L'esperienza di Alta Formazione al CNR ISPC

Marzo 2022

Vievere e studiare a Pompei

Sono arrivato a Pompei lo scorso maggio 2021, quando l’emergenza sanitaria era in corso e il turismo ancora ridotto. Inizia così la fase di indagine sul campo, in un’atmosfera a tratti surreale, se confrontata con la normalità pompeiana, in cui mi sono ritrovato a lavorare spesso completamente solo. Questa però la ritengo un’occasione unica che mi ha permesso di cogliere maggiormente l’eccezionalità di un posto come Pompei.

La tesi di dottorato, svolta nell’ambito del corso in Patrimoni archeologici, storici, architettonici e paesaggistici mediterranei (PASAP) promosso dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, dall’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR e dal Politecnico di Bari, è incentrata sul tema “Il restauro architettonico antico in aree sismiche. Un approccio multidisciplinare”. Il lavoro è seguito, in qualità di tutor, dal dott. Tommaso Ismaelli, ricercatore del CNR ISPC e, in qualità di co-tutor, dai proff. Giorgio Rocco e Aguinaldo Fraddosio del Politecnico di Bari.

Il focus della ricerca è rappresentato dallo studio degli interventi di restauro condotti sui principali monumenti pubblici di Pompei e Mileto: nel dettaglio, l’obiettivo è di analizzare attraverso una duplice prospettiva, sincronica a Pompei e diacronica a Mileto, i restauri effettuati sugli edifici nel corso della loro storia edilizia.

A Pompei lo studio ha interessato tutti i monumenti pubblici del Foro, in modo da ottenere una nuova prospettiva sui lavori di ricostruzione condotti nell’intera piazza forense in seguito al terremoto del 62 d.C. Nello specifico, si era previsto di affrontare l’esame dei monumenti attraverso un approccio multidisciplinare, che affiancasse allo studio archeologico e architettonico dei contesti analisi archeometriche sui materiali da costruzione, in particolare malte e leganti.

L’obiettivo della ricerca è quello di indagare il fenomeno del restauro sotto molteplici prospettive, focalizzandosi, oltre che sugli aspetti tecnologici, anche sulle dinamiche economiche e logistiche dei cantieri e sui risvolti ideologici legati al programma di ricostruzione post-sismico.

Il primo impatto della ricerca sul campo ha provocato da un lato un iniziale senso di spaesamento, dovuto alla grande mole di materiale da raccogliere, analizzare ed elaborare, in cui la difficoltà maggiore è stata quella di impostare una metodologia di indagine funzionale a sistematizzare i dati in modo efficace. Dall’altro lato, tuttavia, lo studio sul campo mi ha fornito la possibilità di svolgere un’esperienza molto formativa all’interno del Parco Archeologico, di conoscere colleghi dottorandi e ricercatori, sia italiani che stranieri, con cui confrontarmi e di comprendere quanto effettivamente l’archeologia sia strettamente legata ai temi della conservazione e della valorizzazione dei beni culturali. A questo riguardo, importante è stato poi il supporto del Parco Archeologico, attraverso i suoi funzionari e il personale tecnico, che ringrazio per non avermi mai fatto mancare il loro supporto e la loro disponibilità.

Il periodo che finora ho trascorso a Pompei è stato sicuramente impegnativo, ma senza dubbio entusiasmante e proficuo: procedendo con la raccolta della documentazione, infatti, mi sono reso conto delle grandi potenzialità che questa ricerca può avere, sfruttando soprattutto la condivisione di saperi e competenze differenti e la prospettiva multidisciplinare della ricerca. Da un lato, certamente, ci sono gli stimoli e i suggerimenti per risolvere determinate problematiche da parte del mio tutor, il dott. Ismaelli, soprattutto rivolti agli aspetti più propriamente architettonici. Dall’altro lato, fondamentale si è rivelata la collaborazione della dott.ssa Emma Cantisani, ricercatrice del CNR ISPC, e della collega dottoranda Sara Calandra, che si sono occupate del campionamento e dell’analisi di laboratorio, attualmente in corso, dalle quali sono sicuro che emergeranno dati determinanti per l’interpretazione dei singoli contesti. Lavorare a stretto contatto con loro, seppur per pochi giorni, è stata un’occasione di confronto, dialogo e di scambio, che mi è stata utilissima per allargare ulteriormente le mie prospettive di analisi e per osservare le cose sotto punti di vista e con sensibilità diverse.

Giacomo Casa

Dottorando del corso in Patrimoni archeologici, storici, architettonici e paesaggistici mediterranei (PASAP) | 36° ciclo.

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