Presentati a Poznań e Napoli i primi risultati dei progetti PrEMuC e NePlUS e le ricerche di dottorato ISPC sull’Egitto preistorico

La prima settimana di luglio ha visto i ricercatori del CNR ISPC e le dottorande PASAP Med, dell’Università di Bari e dell’Università di Pisa, afferenti al gruppo di ricerca di Preistoria e Protostoria CNR ISPC, presentare i primi risultati dei progetti che il nostro istituto attualmente conduce sull’Egitto preistorico. I lavori sono stati presentati nell’ambito di due conferenze internazionali tenutesi in Polonia a Poznań e in Italia a Napoli.

Poznań | International Symposium “From foragers to farmers in Northeastern Africa”

Tra il 3 e il 6 luglio, nell’ambito dell’International SymposiumFrom foragers to farmers in Northeastern Africa” tenutosi al Museo Archeologico di Poznań, in Polonia, sono state presentate le ricerche condotte in seno al progetto Prehistoric Egypt in Museum Collections (PrEMuC), al progetto bilaterale tra CNR e Polish Academy of Sciences (PAN), dal titolo Understanding through experimenting: Neolithic Plant Use in the Sahara (NePlUS), e ai progetti di dottorato, svolti con il CNR ISPC, attualmente attivi su contesti preistorici egiziani.

Il progetto PrEMuC

Nei due interventi relativi al progetto PrEMuC, Giulio Lucarini e Francesca Manclossi, (CNR ISPC) e Federica Ugliano, curatrice del Museo Egizio di Torino, hanno messo in luce importati aspetti della produzione litica e ceramica dell’abitato predinastico di Eliopoli nel Delta del Nilo. Il progetto, caratterizzato da un approccio fortemente multidisciplinare, vede la collaborazione di diverse istituzioni internazionali che stanno contribuendo a chiarire gli sviluppi culturali nel Basso Egitto durante il IV millennio a.C.

Lorena Lombardi, dottoranda dell’Università di Pisa, associata ISPC, ha presentato i dati preliminari sulle industrie litiche egiziane preistoriche e di periodo dinastico conservate nei magazzini del Museo delle Civiltà di Roma. La definizione della storia delle collezioni, la provenienza e cronologia dei manufatti ha permesso di ricostruire le connessioni con altre collezioni come quelle progetto PrEMuC.

Il progetto NePlUS

Giulio Lucarini e Jacek Kabacinski (IAE-PAN), hanno poi presentato i primi risultati del progetto bilaterale NePlUS. Nel quadro della collaborazione è stata presentata la ricerca in corso sulle pietre da macina provenienti dal sito neolitico di Gebel Ramlah nel Deserto Occidentale Egiziano e delle sperimentazioni sull’uso di questi manufatti effettuate presso l’Area della Ricerca CNR di Roma 1.

L’applicazione di tecniche di remote sensing per la comprensione delle dinamiche di occupazione delle regioni del Deserto Occidentale Egiziano durante la tarda preistoria è stata al centro della presentazione di Alessia Brucato, dottoranda PASAP Med, in collaborazione con Nicola Masini e Giuseppe Scardozzi (co-supervisori CNR ISPC). Nel suo intervento, Alessia ha evidenziato le potenzialità dell’impiego di immagini satellitari nell’individuazione e studio degli insediamenti delle oasi egiziane di Farafra, Kharga e Dakhla.

Napoli | International Conference “Ancient Egypt, New Technology”

Dal 5 al 7 luglio, a Palazzo Corigliano presso l’Università di Napoli “L’Orientale”, il progetto PrEMuC è stato al centro di altre due presentazioni. Il crescente interesse per l’applicazione di metodologie innovative in ambito archeologico ed egittologico ha consentito al gruppo di ricerca di illustrare altri risultati del progetto.

Vanessa Forte, ricercatrice di Sapienza Università di Roma, ha presentato i risultati delle analisi tomografiche computerizzate (CT scan) realizzate su una selezione di vasi e frammenti provenienti dal sito di Eliopoli, con lo scopo di individuare tracce diagnostiche relative alle varie fasi di produzione ceramica del sito. Questo metodo, infatti, rappresenta uno strumento di indagine non distruttivo che consente di osservare nel dettaglio caratteristiche tecnologiche relative alla manifattura del vaso non visibili ad occhio nudo. Lo studio, portato avanti in collaborazione con Jade Bajeot (ricercatrice dell’IKSIO PAN), ha potuto anche beneficiare dei risultati preliminari delle analisi petrografiche, condotte da Silvia Amicone (Eberhard Karls University di Tubinga), sullo stesso campione di materiali.

Infine, Adelaide Marsilio, dottoranda PASAP Med, ha presentato i risultati delle analisi petrografiche e geochimiche condotte sui manufatti in selce provenienti da Eliopoli. La combinazione di questi due approcci permetterà di comprendere al meglio le modalità di approvvigionamento della materia prima e le possibili interazioni tra gruppi stanziati nel Basso Egitto durante il IV millennio a.C.

Accoglienza e prospettive future

I risultati presentati dal team di ricerca CNR ISPC ottenuti grazie ad un approccio metodologico multidisciplinare e accolti positivamente dalla comunità di studiosi, hanno evidenziato, in particolare, l’importanza delle collezioni museali come risorse per lo studio e una migliore comprensione della preistoria del Nord Africa. Nonostante i limiti oggettivi che a volte possono caratterizzare questo tipo di materiali (come la mancanza di precise informazioni di contesto), è stato possibile dimostrare come la combinazione di metodologie più tradizionali (quali lo ‘scavo’ nei magazzini e negli archivi), unite all’impiego delle più innovative tecnologie, possano rispondere non solo a domande di ricerca complesse, ma anche contribuire alla valorizzazione di reperti “trascurati e dimenticati” nei depositi.

Il dialogo costante con il lavoro sul campo e le ricerche archeologiche ha rivelato tutte le potenzialità dei progetti attualmente condotti in Egitto dai ricercatori e dalle ricercatrici del gruppo di ricerca di Preistoria e Protostoria del CNR ISPC in collaborazione con istituzioni museali, università e centri di ricerca nazionali e internazionali.

“I riscontri estremamente positivi ottenuti dimostrano ancora una volta come lo spirito di condivisione e collaborazione, che sin dall’inizio ha caratterizzato l’organizzazione di tutti i progetti grazie al coinvolgimento di esperti in diversi settori, siano alla base di ogni ricerca di successo”.

Afferma Giulio Lucarini, ricercatore CNR ISPC