L’innovativo approccio metodologico integrato tra metodi di osservazione della terra e modelli di predizione archeologica volti a simulare l'interazione uomo-ambiente per osservare i cambiamenti avvenuti nel paesaggio sviluppato nell’ambito del progetto GeoMOP è un esempio concreto della ricerca internazionale ISPC condotta all’interno della più ampia cornice europea di E-RIHS.

Il progetto GeoMOP per un’archeologia delle strade

Le strade, una rete di comunicazione tanto banale quanto necessaria, ci forniscono numerose informazioni sui rapporti a livello sociale, economico, politico e religioso delle società sia del presente sia del passato.

«Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che possono valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi.»

(Italo Calvino, Le città Invisibili)

Imprescindibile rete di comunicazione sin dalla comparsa dell’uomo sulla Terra, le strade sono servite come strumento di interazione culturale, sociale ed economica. Il progetto europeo GeoMOP ha indagato e tracciato gli spostamenti effettuati nella zona della Mesopotamia settentrionale durante l’Età del Bronzo attraverso lo sviluppo di un innovativo approccio integrato tra metodi di osservazione della terra e modelli di predizione archeologica volti a simulare l’interazione uomo-ambiente per osservare i cambiamenti avvenuti nel paesaggio.

Il costante movimento di persone e animali nel corso di centinaia di anni lungo queste aride vie di comunicazione della Mesopotamia settentrionale ha modificato questo suolo lasciando tracce evidenti sul terreno che prendono il nome di vie cave (hollow ways).

Il progetto GeoMOP, acronimo di Modern Geospatial Practices for Ancient Movement Praxis, finanziato dalla Commissione europea, è stato diretto da Tuna Kalayci, vincitore dell’Individual Fellowship nell’ambito del programma Marie Skłodowska-Curie Actions, sotto la supervisione scientifica di Nicola Masini, responsabile della sede CNR ISPC di Potenza, anch’essa parte di E-RIHS.it, il nodo italiano di E-RIHS.eu, European Research Infrastructure for Heritage Science.

Favorire l’innovazione

L’innovativo approccio metodologico integrato svolto dai laboratori ISPC di Potenza, nell’ambito del progetto GeoMOP, è un esempio concreto della ricerca internazionale ISPC condotta all’interno della più ampia cornice europea di E-RIHS, l’unica infrastruttura di ricerca paneuropea sull’Heritage Science.

E-RIHS è infatti una rete di laboratori fissi e mobili altamente avanzati, di archivi fisici e digitali all’avanguardia, capillarmente distribuiti sul territorio europeo che, tramite un servizio di accesso, sono messi a disposizione della comunità scientifica che opera nel settore dell’Heritage Science, per condurre ricerche di alto livello e per sostenere l’innovazione. E-RIHS oggi include 18 stati membri più Israele, 6 paesi osservatori, 11 paesi terzi, tra cui Brasile e Messico, e gli Stati Uniti con il Getty Conservation Institute e lo Smithsonian Institution.

La facility ISPC di Potenza partecipa alla piattaforma MOLAB che offre accesso transnazionale a strumentazione mobile evoluta in grado di effettuare in situ ed ex situ analisi non invasive su oggetti d’arte, siti archeologici e monumenti storici. La piattaforma MOLAB, coordinata da Costanza Miliani, direttrice dell’ISPC, insieme ad altre due piattaforme chiamate ARCHLAB (che garantisce accesso agli archivi di musei e istituzioni europee) e FIXLAB (che offre accesso ai grandi laboratori fissi) contribuisce, nell’ambito del progetto europeo IPERION HS (Integrated Platform for the European Research Infrastructure on Heritage Science) alla costituzione di E-RIHS.

Per chiunque fosse interessato, IPERION HS lancerà la call competitiva per l’accesso gratuito ai laboratori dell’infrastruttura entro la fine di settembre.


Per maggiori informazioni

Costanza Miliani, costanza.miliani@cnr.it

IPERION HS first Transnational Access call

 

Link di approfondimento alla news:

GeoMOP, Results in Brief, Cordis EU research results

IPERION HS: nuove opportunità per la ricerca sul patrimonio