A Milano il Complesso Monastico di Santa Maria delle Grazie rappresenta una delle più alte espressioni del Rinascimento, con le opere di Bramante e di Leonardo da Vinci.

La ricerca ISPC entra all’interno del refettorio, dove si fronteggiano la celeberrima Ultima Cena di Leonardo e la Crocifissione di Donato da Montorfano.

L’esecuzione dei due dipinti murali, eseguiti nello stesso arco temporale, li differenzia molto: Donato usò la tecnica del buon fresco, mentre è noto che Leonardo dipinse sull’intonaco con una tecnica definita tempera grassa, non adatta ad essere utilizzata su supporto murario. Ciò rende conto del differente stato di conservazione delle due superfici dipinte.


Dal termine del restauro, condotto fino all’inizio degli anni 90 da Pinin Brambilla Barcilon, a distanza di 30 anni si rendono necessari approfondimenti riguardo ai materiali effettivamente usati da Leonardo e alle implicazioni sull’attuale stato di conservazione. Al contrario, il dipinto di Montorfano non è stato fin qui studiato con i metodi propri della Conservation Science.

Nel corso del 2020 gli strumenti e le competenze ISPC della sede di Milano, forniranno il loro contributo ad un avanzamento di queste conoscenze.

Sarà l’occasione per applicare le tecniche più innovative per acquisire importanti informazioni sulla storia conservativa dei dipinti. In particolare, si intendono studiare le particelle che si depositano sulle superfici pittoriche,  nel tempo tendono ad accumularsi e richiedono necessari interventi di manutenzione.  Si potranno poi raccogliere, per la prima volta, informazioni composizionali riguardo alle figure dei committenti, dipinte alla base della Crocifissione e ormai quasi scomparse. Si ipotizza che queste quattro figure, quasi evanescenti, siano state dipinte da Leonardo stesso, su richiesta del duca Ludovico, sull’intonaco ormai completamente asciutto.

Un brano di storia aspetta di essere letto.