Diagnostica e monitoraggio microclimatico: il Mitreo di Marino chiama, il CNR ISPC risponde

Il CNR ISPC, coinvolto dal Comune di Marino, ha contribuito all’apertura dell’area archeologica ‘Mitreo di Marino’ con indagini diagnostiche e monitoraggio microclimatico per una costante valutazione dello stato conservativo e una più sicura fruibilità del sito.


Il Mitreo di Marino, luogo di culto di Mitra, dio di origine persiana, che tanto successo ebbe nel mondo romano nel II e III secolo d.C., si presenta ai visitatori dopo quasi 2000 anni di oblio, come un ambiente ipogeo scavato in profondità nella roccia di peperino, ricavato all’interno di una cisterna.

Un nuovo progetto di allestimento museale, voluto dall’Amministrazione comunale di Marino, guidata dal Sindaco Carlo Colizza, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, dalla provincia di Rieti, e finanziato dal Segretariato Generale del Ministero della Cultura diretto da Emanuela Todini, ha visto il coinvolgimento del CNR ISPC. La sfida è stata quella di rendere “accogliente” un ambiente difficile, date la collocazione e le condizioni microclimatiche estreme che lo caratterizzano ma che al contempo ne hanno garantito la perfetta conservazione.

Proprio sul tema della conservazione i ricercatori Loredana Luvidi e Andrea Angelini del CNR ISPC (sede di Roma) hanno contribuito attraverso il rilievo strumentale dell’area archeologica con l’uso di laser scanner, stazione totale e fotogrammetria, l’analisi dei dati del monitoraggio microclimatico e dei parametri di illuminotecnica finalizzati all’apertura al pubblico di questo sito.

Lo studio è iniziato nel 2018 dall’analisi della documentazione pregressa, presente nell’archivio del Comune, relativa a precedenti campagne diagnostiche e interventi conservativi con l’obiettivo di individuare le problematiche da risolvere per la gestione di questo sito e ridurre qualsiasi rischio per la conservazione dei dipinti.

Le indagini diagnostiche sulla scena mitraica e sui dipinti dei due dadofori, Càutes e Cautòpates, effettuate a distanza di 4 anni dal completamento dell’intervento di restauro pittorico, non hanno messo in evidenza aspetti critici nella conservazione. Una situazione di forte degrado era invece presente nella sala antistante la galleria mitraica appena allestita.

L’attività relativa al monitoraggio microclimatico per rilevare e misurare temperatura, umidità relativa, flusso dell’aria e concentrazione della CO2 è stata svolta sempre a partire dal 2018 in entrambi gli ambienti, quello del Mitreo e quello della sala espositiva antistante. Dall’analisi dei dati, in questo periodo di assenza di pubblico, è emersa una situazione di sostanziale stabilità e uniformità dei valori di temperatura e di umidità relativa che sono stati fondamentali nella conservazione delle scene dipinte fino ai nostri giorni. Sono state inoltre effettuate delle visite programmate per simulare l’effetto dei visitatori sul microclima e solo il parametro della CO2 ha subito una sensibile variazione, ma le concentrazioni misurate non sono risultate tali da creare problemi sia per la salute stessa dei visitatori sia per le opere.

Dopo attente valutazioni e sulla base degli studi effettuati, il sito archeologico è pronto per essere aperto al pubblico. 

Lo scorso 23 settembre 2021 sono, infatti, stati presentati i lavori di riqualificazione funzionale e tecnologica del Mitreo di Marino, con una conferenza al Museo Civico Umberto Mastroianni e nel pomeriggio è avvenuta la cerimonia di inaugurazione nell’area archeologica del Museo di Marino adesso pronto ad accogliere i visitatori.

L’apertura al pubblico sarà effettuata con grande cautela per mantenere stabile la situazione conservativa. Il continuo controllo dei parametri microclimatici e le valutazioni periodiche dello stato di conservazione delle superfici, per monitorare l’eventuale insorgenza di fenomeni di biodegrado conseguenti alla presenza umana, saranno fondamentali per valutare l’effetto dell’apertura del sito su questo patrimonio culturale.