ArchLabs 2025: conclusa l'edizione 2025 della Summer School internazionale di archeologia a Piazza Armerina

Si è appena conclusa la quarta edizione della Summer School internazionale ArchLABS. Archaeological Heritage in Late Antique and Byzantine Sicily, un evento che da quattro anni riunisce studenti e ricercatori provenienti da paesi europei ed extraeuropei nel sito della celebre Villa romana del Casale di Piazza Armerina, patrimonio UNESCO, per due settimane di studio e scavi. Dal 24 giugno al 6 luglio, infatti, il sito archeologico è stato trasformato in un vero e proprio campo-scuola, con un focus speciale sull’edilizia abitativa nella Sicilia tardoantica.

L’iniziativa, promossa dall’Università di Bologna in collaborazione con il CNR SPC, fa parte di un più ampio progetto di ricerca nell’ambito di una convenzione con il Parco archeologico di Morgantina e della Villa romana del Casale per lo sviluppo delle ricerche archeologiche alla villa. Il lavoro si inquadra nel programma di tutela della Soprintendenza BB.CC.AA. di Enna e ha il patrocinio del Comune di Piazza Armerina e il sostegno di Ambiens, azienda di energie rinnovabili.

All’edizione 2025 hanno partecipato 45 docenti, ricercatori e studenti delle Università di Stoccolma, Castilla-la Mancha, Oviedo, Atene, Cipro, Trnava, Cracovia, Palermo, Enna, della South Florida e della Virginia, oltre che, naturalmente, docenti e studenti di Bologna e ricercatori del CNR ISPC.

Le attività di scavo negli scorsi anni hanno interessato l’area occidentale del complesso monumentale, nella zona adiacente ai grandi magazzini della villa, rivelando la presenza di strutture riferibili alla fase tardoantica (IV-V secolo) e arabo normanna (X-XII secolo).

Quest’anno invece, si è deciso di riprendere le ricerche nel settore a sud della villa, dove indagini condotte dalla Sapienza Università di Roma tra il 2004 e il 2014 avevano messo in luce un ampio settore dell’insediamento medievale e un articolato complesso termale tardoantico, in fase con il settore residenziale della villa, caratterizzato dalla presenza di mosaici e affreschi, ora di nuovo visibili.

Obiettivo del progetto di ricerca è infatti quello di rivedere e documentare anche digitalmente gli scavi precedenti, ampliare i settori di indagine e programmare degli interventi che, nei prossimi anni, possano consentire di unificare i diversi settori di scavo, con la restituzione dell’originaria configurazione della villa e del successivo insediamento medievale. Per questa ragione sono state anche svolte indagini geofisiche, grazie al sostegno di E-RIHS.it, il nodo italiano dell’infrastruttura di ricerca europea E-RIHS ERIC, (European Research Infrastructure for Heritage Science), a cura di ricercatori del CNR ISPC di Lecce. Lo scavo, avviato già il 16 giugno, si è articolato in tre saggi, ai margini delle zone indagate in precedenza, con il rinvenimento di nuove strutture relative sia alla fase tardoantica che a quella medievale.

Grazie alla collaborazione con l’Institute for Digital Exploration (IDEx) dell’University of South Florida si sta procedendo anche alla completa digitalizzazione e modellazione 3D della villa e dei suoi reperti. Per una migliore conoscenza dell’insediamento e del suo sviluppo nelle diverse fasi storiche, sono stati svolti dei sopralluoghi in vari siti del territorio, grazie al fattivo sostegno del Gruppo Archeologico L. Villari di Piazza Armerina.

A chiusura delle attività, lo scavo è stato aperto al pubblico, e i risultati delle indagini sono stati presentati in un incontro organizzato a Palazzo Trigona, sede degli uffici del Parco archeologico e del Museo della Città e del territorio di Piazza Armerina.

Anche quest’anno l’esperienza è stata molto apprezzata da tutti i partecipanti per l’arricchimento scientifico e formativo e soprattutto per l’opportunità di confronto e dialogo in un contesto multidisciplinare ed internazionale.